Le vigne dell’azienda agricola di Carlo Centrella poggiano su vecchie miniere di zolfo, a Torrioni, uno degli 8 comuni irpini dov’è possibile produtte il Greco di Tufo DOCG. Le due piccole vigne occupano un ettaro in tutto.
Qui si produceva vino già nel Settecento, e nelle grotte dei dintorni è ancora possibile vedere i palmenti dove veniva pigiata l’uva. Dopo l’abbandono della montagna e della viticoltura, il nuovo vigneto è stato piantato da Carlo nel 1976 (il vino comprato faceva male alla moglie Lucia, cui voleva offrirne uno più genuino) e oggi è il secondo per anzianità tra quelli in produzione nell’area del Greco di Tufo. Nello stesso anno è nato anche il figlio Andrea, che lo affianca nella conduzione dell’azienda.
L’impianto è di tipo tradizionale: si chiama Tendone Avellinese. La vite è alta circa un metro e settanta, e dalla sommità partono mediamente quattro capi a frutto stesi orizzontalmente su un’impalcatura di fili di ferro e di pali, disposti a raggiera.
La prima etichetta è stata stampata nel 2005. L’unico vino che si produce si chiama Selvetelle, che è anche il toponimo di una delle due vigne dei Centrella. L’altra si chiama o’ Bello, il bello. Il Greco di Tufo di Carlo Centrella non è un vino bianco, ma “giallo oro”. Ed è – caratteristica del vitigno – un rosso travestito da bianco: con una acidità spinta, si presta a lunghi invecchiamenti. Se ne producono ogni anno tra le tre e le 6mila bottiglie.